L’Azienda Agricola Ramacciani ha due anime quella natia a Grotte Santo Stefano, nel cuore dei Colli Etruschi Viterbesi, e quella adottiva a Filicudi su una delle sette Isole Eolie nelle splendide acque della Sicilia: due territori molto diversi dove coltivare specie autoctone e ritrovare antichi sapori rispettando la terra e le differenti biodiversità.
Trattiamo l’uva in maniera naturale, senza aggiunta di prodotti sintetici né in vigna né in cantina. Le fermentazioni avvengono in modo spontaneo con i soli lieviti indigeni.
I Nostri Vini
San
Giovese
Anno
2020
Dimensione della bottiglia
750ml
Moscato
Bianco
Anno
2020
Dimensione della Bottiglia
750ml
San
Giovese
Anno
2020
Dimensione della Bottiglia
750ml
GROTTE SANTO STEFANO
POGGIO DELLA CIVETTA
Il poggio della civetta è un vigneto storico piantato dal nonno Agostino nel
cuore dell’Erturia, è espressione del terroir vulcanico dell’area tra i Monti
Cimini e il lago di Bolsena. Da questo terreno porcino nasce HIULS, che in
etrusco vuol dire civetta, sia bianco sia rosso. Il bianco è in prevalenza
moscato con aggiunta di altri vitigni autoctoni che negli anni hanno
rimpiazzato le vecchie piante che via via andavano scomparendo.
Il rosso è composto anch’esso un bland di Sangiovese e altri vitigni autoctoni.
Nelle annate migliori parte del rosso è destinato all’affinamento in anfore di
terracotta. Qui nel 2019 abbiamo impiantato circa un ettaro di grechetto rosso.
SANTA MARIA
Santa Maria, località che prendere il nome da una chiesa anticamente
presente in quest’area, è dove ha sede l’azienda agricola e dove nel 2019
abbiamo impiantato parte dei nostri nuovi vigneti: grechetto bianco e
grechetto rosso, sangiovese, merlot, cabert-sauvignon. Davanti casa
circondate da alberi di noce, olivi e ciliegi, le viti sono esposte al sole durante
tutto l’arco della giornata, e protette dai venti del nord dalle grandi querce che
predominano sulla vallata fino al fiume Rigo che ne attraversa parte della
proprietà.
CERQUETELLO
Dei dodici ettari e mezzo della tenuta del “cerquetello” la momento due ettari e mezzo sono stati impiantati. Su questo terreno argilloso in forte pendenza che dal bosco arriva fino al fiume abbiamo sangiovese, trebbiano, trupeggio, malvasia, malvasia puntinata, verdello, grechetto bianco e grechetto rosso. Proprio il grechetto rosso, antenato del sangiovese, è una delle tipicità della nostra zona, varietà sulla quale l’azienda punta fortemente, anche ma non solo, per il recupero e valorizzazione di una delle tipicità autoctone dell’area.
LA CANTINA
La nostra principale cantina si trova a Santa Maria, in un’antica stalla riconvertita dove avvengono tutti i processi di fermentazione e stoccaggio. La vecchia cantina di famiglia di origine etrusca, scavata nel tufo e situata in una delle zone più antiche del paese (Magugnano) è oggi ancora parte integrante dell’azienda, principalmente utilizzata per l’invecchiamento dei nostri vini più pregiati e per le degustazioni.
L’alta Tuscia Viterbese è uno dei punti nevralgici della civiltà etrusca. Ha subito nei secoli l’influenza dell’impero romano e dello stato pontificio. Le innumerevoli grotte presenti nell’area danno il nome al nostro paese Grotte S. Stefano. Utilizzate fino alla seconda guerra come abitazioni sono da tempo state riconvertite in cantine.
FILICUDI
A Filicudi solo un ettaro degli otto posseduti dall’azienda sull’isola al momento è vitato. Qui i terreni, così come su tutta l’isola, si dispongono su terrazzamenti di muri a secco a strapiombo sul mare costruiti a mano dagli isolani oltre un secolo fa. Lasciati incolti, dopo il quasi totale abbandono dell’isola negli anni del dopoguerra, sono stati da noi recuperati e impiantati a malvasia.
FOSSA LISCIO
Su un intero crinale, costituito da 41 terrazze che vanno dai 79 ai 180 metri s.l.m., raggiungibile solo a piedi, percorrendo una antica mulattiera che conduce fino al mare, sono state piantate oltre 3000 viti tra malvasia e selvatico da innestare, per produrre nel giro dei prossimi anni una malvasia secca, prodotta e imbottigliata direttamente sull’isola. Questo vitigno eroico, per tipologia d’impianto e conformazione del terreno, unito all’incontaminatezza dell’isola in sé, ci ha portato a condurre i nostri vitigni seguendo i principi della biodinamica.
FICARRISI
Dall’altra parte dell’isola, nei pressi dell’antico villaggio abbandonato di Ficarrisi, un vecchio rudere con circa due ettari e mezzo di terrazzamenti sono pronti per essere impiantati. Esposto a ponente, rivolto verso l’isola di Alicudi e lo scoglio della Canna, a oltre 600 metri sul livello del mare e raggiungibile solo dopo un’ora e mezzo di cammino questo angolo di pace tra cielo e mare è il luogo in cui si è scelto di piantare altre varietà autoctone compatibili con le complesse caratteristiche climatiche di un territorio salmastro, ventoso e molto caldo. La sfida è creare un avamposto per riuscire a coltivare nuovamente su quella parte dell’isola, abbandonata da decenni.
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